Micro_RisoLa fame affligge circa 870 milioni di persone.

Con soli 10.00 Euro possiamo donare un pasto per un bambino per 30 giorni nei centri di Guarderia Nazaret e Mezquital (Guatemala) e nel centro di Secunderabad (India).

 

 

Per noi che viviamo nella società occidentale è difficile riuscire a comprendere pienamente il vero significato della parola “fame”. Certo, di avere fame succede a tutti: a chiunque è capitato di sentire il familiare brontolio dello stomaco o di avvertire un calo energie, segnali che il nostro corpo ci trasmette quando ha bisogno di nutrirsi. Ma è difficile che sia capitato di non riuscire a soddisfare questo bisogno.. per un giorno, due giorni, una settimana, un anno.. o tutta una vita! La fame vera, quella che non ti abbandona mai, dal mattino quando ti svegli fino a quando vai a letto la sera, affligge circa  870 milioni di persone (fonte: ultimo Rapporto sulla Fame nel Mondo della FAO). Questo significa che, nel mondo, circa una persona su otto non riesce a mangiare a sufficienza per mantenersi in buono stato di salute.
Perché tanta gente ha fame? Non certo perché manchi il cibo.. nel mondo, infatti, viene prodotta una quantità di cibo sufficiente a sfamare senza problemi l’intera popolazione della terra. Le cause della fame vanno cercate altrove: nei disastri naturali, nelle siccità, nelle guerre e, soprattutto, nei profondi squilibri sociali che affliggono la nostra società, che impediscono un’equa distribuzione dei generi alimentari e  un’equa possibilità di accesso alle risorse. Non a caso, la stragrande maggioranza delle persone che soffre la fame vive nei paesi in via di sviluppo, soprattutto nelle zone rurali dove i tassi di povertà sono maggiormente elevati. Più della metà di queste persone vive in Asia, e l’India è il paese che si classifica al primo posto nel mondo per numero di “affamati”. Un recente studio (Hungama – Hunger and Malnutrition, Fame e Malnutrizione) ha rilevato che il 42% dei bambini indiani risulta malnutrito. Questa triste realtà è stata definita dal primo ministro indiano come una vera e propria “vergogna nazionale” e denota come, in questo paese, ci sia ancora davvero tanto da fare per riuscire a sconfiggere la povertà e fare in modo che tutti possano avere garantiti i loro pasti giornalieri.
Fame non significa necessariamente mancanza di cibo. Occorre infatti distinguere tra denutrizione, la condizione di una persona che mangia una quantità di cibo insufficiente per mantenersi in buono stato di salute, e malnutrizione, causata non dalla scarsa quantità ma dalla scarsa qualità del cibo, che non consente all’organismo di assumere tutte le sostanze nutritive indispensabili per la propria vita. In particolare, la carenza di micronutrienti, come le vitamine e i minerali, può indebolire il fisico, debilitando il sistema immunitario e rendendolo più vulnerabile alle malattie. In queste condizioni anche una malattia banale come la diarrea o il morbillo può portare a conseguenze letali.
Nei bambini la carenza di sostanze nutritive può causare seri danni allo sviluppo, che possono anche risultare irreversibili. La carenza di vitamina A, ad esempio, è una delle principali cause della cecità infantile.
La malnutrizione del bambino spesso inizia quando questi non è ancora nato. Infatti, se la mamma durante la gravidanza vive a sua volta in condizioni di malnutrizione, il feto non si svilupperà correttamente e il neonato potrà già nascere con gravi problemi fisici.
Oltre ad indebolire e danneggiare il fisico la malnutrizione ha effetti negativi anche sullo sviluppo cognitivo dei bambini, che possono manifestare ritardi mentali o non sviluppare appieno il proprio quoziente intellettivo. I bambini malnutriti avranno più difficoltà a concentrarsi, a studiare, a completare il loro percorso di formazione, e sarà molto più probabile che decidano di abbandonare gli studi rispetto a bambini che crescono sani e ben nutriti. Di conseguenza, i bambini malnutriti avranno in futuro una maggiore difficoltà a trovare un buon lavoro e a svolgerlo bene, e sarà per loro difficile riuscire a migliorare le proprie condizioni di vita.
È un circolo vizioso: la povertà porta alla fame e la fame impedisce alle persone di uscire dalla povertà.  Analizzando la situazione da un punto di vista più ampio, la fame ha pesanti ripercussioni anche sull’economia di una nazione: un popolo affamato è infatti un popolo meno produttivo, un “potenziale sprecato” che avrebbe potuto dare invece un prezioso contributo allo sviluppo del paese.
Come si può riuscire a sconfiggere la fame? Innanzitutto, investendo in interventi per la tutela dei bambini. In particolare, i primi due anni di vita del bambino sono cruciali per la prevenzione della denutrizione e dei danni spesso irreversibili che questa può causare. È indispensabile promuovere anche la condizione della donna che, se ben nutrita, potrà dare alla luce dei bambini sani.
Per le persone a rischio di malnutrizione la possibilità di ricevere un’istruzione ricopre un’importanza fondamentale. Parlando sempre di donne, una madre istruita saprà meglio come nutrire e crescere il suo bambino e conoscerà i nutrimenti di cui questo ha bisogno per garantirgli uno sviluppo sano.
Istruzione significa anche formazione professionale, che in un settore come quello agricolo può giocare un ruolo importante nel prevenire la malnutrizione. L’apprendimento di nuove tecniche agricole, l’introduzione di nuove colture che rendano l’alimentazione più varia, l’utilizzo di strumenti adatti e accorgimenti adeguati per migliorare il raccolto possono fare davvero la differenza.
Per questo è così importante continuare a sostenere chi si trova in condizioni di povertà estrema e portare avanti progetti che favoriscano lo sviluppo e l’autodeterminazione dei popoli. Se continueremo ad aiutare i nostri “fratelli dimenticati” potremo fare degli enormi passi in avanti per vincere definitivamente la battaglia contro la fame.

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