Un premio Nobel contro lo sfruttamento dei bambini indiani

bambina indianaCome ogni anno, il 20 novembre si festeggia la Giornata Mondiale per i Diritti dei Bambini. In questo stesso giorno, nel 1989, è stata approvata a New York la Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia, per tutelare le persone più innocenti e, allo stesso tempo, più vulnerabili, fra gli abitanti del nostro pianeta: i bambini, appunto.
Quest’anno, il 2014, è segnato da un importante avvenimento nella lotta per la tutela dell’infanzia. Lo scorso 10 ottobre, infatti, il premio nobel per la pace è stato assegnato all’indiano Kailash Satyarthi e alla pakistana Malala Yousafzay, due persone che, da sempre, lottano per far sì che tutti i bambini del mondo possano crescere sani e felici.
Kailash Satyarthi ha 60 anni, è un attivista indiano e presidente della Bachpan Bachao Andolan, un’organizzazione che da più di 20 anni è impegnata a contrastare la piaga dello sfruttamento e del lavoro minorile. Grazie al suo lavoro fino ad oggi ben 80.000 bambini hanno potuto cambiare la propria vita e uscire dalla terribile morsa dello sfruttamento.
In India il lavoro minorile è un problema particolarmente presente. Migliaia di bambini che vivono in condizione di grande povertà sono costretti a lavorare ogni giorno, con ritmi estenuanti, svolgendo compiti spesso faticosi e pericolosi, in grado di compromettere seriamente il loro processo di crescita.
bambina al mercatoLa Convenzione sui Diritti dell’Infanzia sancisce alcuni principi che dovrebbero essere considerati universalmente inviolabili. Il diritto all’uguaglianza per tutti i bambini, a prescindere dalla loro etnia, dal loro sesso, dalla loro religione e dallo status sociale. Il diritto alla tutela da ogni forma di violenza e di sfruttamento. Il diritto alla salute e ad un adeguato standard di vita. Il diritto di ricevere un’istruzione. Il diritto di giocare. Il diritto a ricevere attenzione, amore e comprensione. Un bambino che lavora vede negati in una sola volta tutti questi diritti.
In India i settori più critici sono quelli dell’industria dei mattoni, delle miniere di carbone, delle industrie di gioielli e di tappeti, dove la produzione viene in larga parte eseguita attraverso il lavoro di migliaia di bambini sfruttati. Il fatto che il lavoro minorile sia spesso gestito dalla criminalità organizzata costituisce poi un ulteriore pericolo. Nel 2011 l’organizzazione di Kailash Satyarthi ha pubblicato un report secondo cui, in India, scompaiono ogni giorno 11 bambini, vittime del traffico di esseri umani legato al mercato del lavoro minorile.
Kailash Satyarthi ha portato avanti le sue battaglie con metodi esclusivamente non violenti, seguendo la dottrina del grande Mahatma Gandhi. Le sue azioni sono comunque sempre state reali ed incisive, fatte di frequenti blitz e incursioni nelle fabbriche che schiavizzano illegalmente i bambini.
Eliminare il lavoro minorile è molto difficile proprio per il fatto che le industrie hanno tutto l’interesse ad impiegare manodopera infantile: i bambini vengono pagati molto meno rispetto agli adulti, e non hanno la possibilità di lamentarsi o far valere i propri diritti se le loro condizioni di lavoro non sono eque. Proprio per questo portare avanti un impegno come quello di Kailash Satyarthi è anche molto pericoloso. Lui e i suoi collaboratori sono stati più volte minacciati e aggrediti e, nel 1984 e 1985, due attivisti sono stati tragicamente uccisi.bambini
Qualcuno dice che la causa del lavoro minorile sia la povertà: quando i genitori riescono a malapena a guadagnare a sufficienza per sfamare tutti i membri della famiglia anche i bambini sono costretti a lavorare per contribuire al bilancio familiare. In realtà il lavoro minorile non fa altro che mantenere lo status quo, facendo in modo che i poveri rimangano poveri. Il contributo economico che un bambino può dare alla famiglia è davvero minimo, visti i salari irrisori che riceve. Allo stesso tempo, però, se i bambini non hanno la possibilità di andare a scuola non potranno neanche sviluppare quelle competenze che consentiranno loro, una volta adulti, di trovare un lavoro realmente migliore.
Per eliminare per sempre lo sfruttamento minorile la soluzione sarebbe semplice: investire nell’istruzione per consentire a tutti i bambini sfruttati di crearsi un futuro. Qualche anno fa Kailash Satyarthi, in un suo discorso, ha affermato che “basterebbero tre giorni di spesa militare mondiale, pari a 11 miliardi di dollari, per far sparire la piaga del lavoro minorile attraverso l’istruzione data ai milioni di bambini lavoratori del mondo”.
Anche Fratelli Dimenticati è impegnata da sempre per contribuire ad eliminare ogni forma di sfruttamento minorile e tutelare i principali diritti dell’infanzia. Portare avanti un Sostegno a Distanza significa investire nell’istruzione di tutti quei bambini che, altrimenti, non potrebbero mai permettersi di frequentare la scuola, significa fare in modo che tutti i bambini abbiano accesso alle stesse opportunità.

Attraverso il Sostegno a Distanza puoi aiutarci anche tu
a tutelare i diritti di ogni bambino.