Kwira ba è il saluto che i raramuri, popolo nativo che abita nella Sierra Tarahumara dello stato di Chihuahua nel comunita indigenaMessico rivolgono a chiunque incontrano. Più che un saluto potremmo definirlo un augurio, un nostro “Dio ti benedica”, “Dio abbia cura di te”.  È in questa terra e tra questo popolo che vivremo i prossimi due anni della nostra esperienza come fidei donum della diocesi di Roma collaborando con l’ALM, Associazione Laicale Missionaria.

Il nostro servizio si sta svolgendo a Sisoguichi, un piccolo villaggio in cui sono presenti diverse realtà pastorali e sociali. L’ALM si occupa della gestione della “casa de la Iglesia”, una grande struttura della diocesi della Tarahumara in cui si svolgono diverse attività tra cui, oltre alle riunioni diocesane, le periodiche riunioni di PROFECTAR che riunisce i governatori delle varie tribù per affrontare tematiche di difesa dei diritti, del territorio e delle tradizioni dei raramuri o l’ospitalità per ritiri spirituali. L’ALM è anche un importante riferimento per il sostegno a distanza dei bambine/i raramuri nei loro studi grazie all’appoggio della Fondazione Fratelli Dimenticati che da anni si fa tramite per permettere ai diversi centri che li accolgono di supportarli nella loro formazione. A questo importante progetto ci stiamo dedicando in questi primi mesi di permanenza qui.  Ciò ci ha permesso di entrare in contatto con le strutture (scuole e collegi) gestiti per la maggior parte da istituti religiosi, ma anche da famiglie laiche, conoscendo così le diverse realtà che si vivono in questi centri in cui convivono la cultura messicana “mestiza” e la cultura dei nativi raramuri. È stato bello vedere come tra i bambini e le bambine ogni barriera culturale lasci lo spazio ad una reale condivisione fatta di aiuto reciproco, collaborazione e familiarità, aspetto questo fondamentale in quanto spesso le famiglie di origine sono molto distanti dai centri nei quali vivono quasi tutto l’anno. Le difficili storie familiari di molti di loro fanno riflettere e ci si rende conto di quanto sia necessario e utile l’appoggio che ricevono grazie alla generosità dei benefattori che forse sono inconsapevoli della “grandezza” del loro gesto.

donna raramuriL’ALM, inoltre ci ha affidato la gestione dell’assistenza di alcune situazioni specifiche di disagio e povertà individuate in questi anni della loro presenza qui. È per noi una grande opportunità per conoscere da vicino alcune persone e condividere concretamente con loro le difficoltà che quotidianamente sono chiamate ad affrontare.

La parrocchia di Sisoguichi, come quasi tutte nella zona, è affidata ai padri gesuiti che in un’incredibile fusione con le tradizioni raramuri, portano avanti questo splendido connubio tra culture così distanti, ma unite da una stessa fede. I padri celebrano in lingua indigena, si adeguano ai coloratissimi costumi e rituali in danze e movimenti che donano alle celebrazioni una sfumatura diversa di sacralità. Tutto questo ci è sembrato un bell’esempio di ecclesialità incarnata nella cultura del luogo. Tra poco inizieranno i preparativi per la Settimana Santa e già si inizia a sentire per la Sierra il ritmare dei tamburi che richiamano a questo evento.

Le comunità raramuri vivono piuttosto isolate, sparse nella Sierra e spesso non sono facilmente raggiungibili. Abbiamo tuttavia avuto modo di conoscerne alcune in diverse occasioni, accompagnando i padri per le celebrazioni eucaristiche e per seguire un progetto di pastorale della salute, in cui insieme alle suore che gestiscono il piccolo ospedale presente a Sisoguichi, abbiamo aiutato nella formazione che loro svolgono per informare e prevenire alcune tra le malattie più comuni. Nelle varie comunità si è accolti da un “promotore della salute”, un nativo debitamente formato per tradurre dallo spagnolo e fare da tramite con la popolazione. Le visite sono un’occasione per monitorare la salute e la crescita di bambini, donne in gravidanza e anziani.

corrispondenza pasquaRingraziamo Dio, Onoruame  Padre-Madre di tutti, il Dio della condivisione che ci ricorda come condividere la vita degli ultimi, dei poveri “non è una semplice privazione, ma l’atteggiamento nei confronti delle cose e delle persone. Questa povertà è una scelta per la fraternità, non un male..”. Sono le parole di padre Ricardo Robles, gesuita che per tanti anni ha dedicato la sua vita ai raramuri diventando uno di loro e che qui è un vero modello di missionario.

Marcella e Massimo